giovedì 22 settembre 2011

Silvio e Gianpi, ecco come il giro della patonza manda in tilt le procure d'Italia

Da Liberal 22 settembre 2011

Roma. La competenza per la presunta estorsione ai danni di Silvio Berlusconi nell’ambito del caso escort è a Roma. Ma anche no. Perché in seguito al provvedimento firmato dal gip di Napoli, Amelia Primavera, in risposta alla richiesta di scarcerazione di Gianpaolo Tarantini, la procura del capoluogo campano ha presentato allo stesso giudice e al Tribunale del riesame un’istanza che chiede l’annullamento dell’ordinanza. I magistrati napoletani Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli, ritengono infatti che dai fatti contestati ai fratelli coltelli Lavitola e Tarantini, non sia possibile stabilire con esattezza l’esatta collocazione. Per il gip Primavera, il luogo dove si sarebbero consumati i reati contestati a Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola doveva essere individuato nella Capitale, dove la segretaria di Berlusconi, Marinella Brambilla, ha confezionato il plico di banconote a vantaggio dell’editore de l’Avanti!.Una tesi su cui i pm napoletani non concordano, in quanto il suddetto non fu certo l’unico passaggio di denaro dalla presunta vittima, Silvio Berlusconi, ai presunti estorsori.
La Procura capeggiata da Giandomenico Lepore è persuasa che esistano sufficienti elementi perché l’indagine sugli strani spin doctor chiamati a trarre d’impaccio il Cavaliere possa procedere. L’altro ieri d’altra parte, seppure euforico, non riusciva a crederci nemmeno Niccolò Ghedini: «Avevamo presentato una memoria alla Procura di Napoli per chiedere che la competenza fosse trasferita a Roma. Ora vediamo che il gip prende questa decisione, tra l’altro ritenendo credibili le dichiarazioni del presidente Berlusconi contenute nella memoria». Che le dichiarazioni del premier siano state ritenute credibili, è una circostanza che stupisce persino lui. Perché ai pm napoletani, sembrano infatti le solite dichiarazioni del Cavaliere. La memoria depositata dal premier appare «in ogni sua parte generica e imprecisa», recita l’istanza depositata al Riesame dalla Procura, caratterizzata da «inattendibilità e ricercata lacunosità», che emergerebbe «dalla stessa volontà della parte offesa Berlusconi di sottrarsi alla doverosa escussione testimoniale». Più che un’istanza, una fulminante biografia. Che però difficilmente riuscirà a modificare il corso degli eventi. È probabile che la richiesta di Napoli si chiuda in un nulla di fatto, e la competenza dell’inchiesta traslochi a Roma come stabilito dal giudice per le indagini preliminari, Amelia Primavera. Per non dire che resta in piedi, anche se decisamente in ribasso, anche l’ipotesi di affidare la competenza dell’inchiesta alla Procura di Monza, in quanto le memorie di Tarantini e di Berlusconi indicano in Arcore il luogo del summit in cui fu deciso il famoso “atto caritatevole” del valore di 500mila euro. La permanenza dell’inchiesta a Napoli, anche se improbabile, avrebbe però un effetto collaterale certo, perché se il Riesame si pronunciasse in contrasto con il gip ne nascerebbe un conflitto da dirimere in Cassazione.
Altro giro altra corsa anche a proposito della revoca dell’arresto di Gianpi e di Lavitola. Che in sussulto di garantismo, ha preferito restare latitante. Il Tribunale del riesame ha rinviato a venerdì la decisione che potrebbe portare alla scarcerazione dell’imprenditore barese detenuto a Poggioreale (quasi un omaggio ai papponi del posto cantati da De Andrè). Ma in ogni caso pare che la procura sia favorevole alla concessione degli arresti domiciliari al giovane businessman. Ma se i calzini dei pm napoletani, devono apparire in queste ore al Cavaliere decisamente viola, di coloritura non meno “stravagante", come l’ha definita una delle sue testate giornalistiche, gli sembreranno quelli del procuratore Edmondo Bruti Liberati. Il magistrato che si è occupato del caso Ruby ha annunciato in una nota di essersi «costituito in giudizio con la richiesta che la Corte dichiari inammissibile o, in subordine, infondato il conflitto». Il riferimento è alla scorsa estate, quando la Camera aveva sollevato il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato contro il Tribunale di Milano presso la Corte Costituzionale, che nel luglio scorso l’aveva dichiarato ammissibile.
Sembra quindi che il caos domini sovrano, nelle Procure italiane. Ma la verità è che non è facile per nessun giudice orientarsi in questo folle Indovina Chi postribolare (“con i lisci o con i ricci, importanti questi indizi! Porta le mutande, il prezzo quant’è?“) tra le ville del premier. Merce volatile come la “patonza”, “deve girare”, come ha ricordato il monomandatario per l’Italia. E massicci quantitativi per consumo personale rendono volatili data e luogo di macellazione del prodotto. I pacchetti di carne di Gianpi erano come le crociere full optional: asole comprese. (f.l.d)
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