venerdì 1 ottobre 2010

«Da Ciarrapico parole vergognose, assimilare gli ebrei ai traditori è assurdo in una democrazia»

Roma. «Lasciamo perdere la storia del personaggio perché non mi interessa. Ciò che è inammissibile è che si possano lanciare parole così infamanti all’interno del Parlamento. Ciarrapico ha usato parole razziste gravissime che vanno stigmatizzate con la massima severità. L’antisemitismo non deve esistere, perché la sua presenza lede alla radice la credibilità della democrazia». Parlamentare del Pdl e presidente del Comitato di indagine conoscitiva sull’antisemitismo, Fiamma Nirenstein condanna senza se e senza ma l’uscita del collega azzurro Giuseppe Ciarrapico, che ieri ha assimilato i “rinnegati finiani” agli ebrei, dall’alto del suo scranno parlamentare. Un paragone talmente raccapricciante, che l’editore ciociaro è riuscito laddove neppure le più alte fantasie della pattuglia di colombe di Gianni Letta avevano mai osato levarsi: maggioranza e opposizione unite nel riprovare parole sconsiderate.
Onorevole, Ciarrapico fa sapere che scherzava e tranquillizza tutti: ha in casa l’albero dei giusti.
Nessuna giustificazione è meno plausibile. Ciarrapico ha usato il simbolo ebraico per accomunarlo al tradimento e all’infamia. Una consuetudine in voga da secoli che ha consentito le più terribili atrocità. E che oggi si ripropone in tutta la sua violenza travestita da anti-israelismo, in un clima mondiale che registra onde antiebraiche sempre più prepotenti. A mettere in fila migliaia di episodi vergognosi, appare evidente che c’è un nazifascismo risorgente.
Che dichiarazioni come quelle di Ciarrapico vanno a investire di una significativa sponda parlamentare.
Il virus antiebraico contamina anche la politica, non c’è dubbio. Tra i banchi dell’europarlamento, ad esempio, siede l’ungherese Krisztina Morvai. Ha risposto ad alcune critiche di Barat dicendo che sarebbe contenta se “coloro che si definiscono fieri ebrei ungheresi se ne andassero a giocherellare con i loro piccoli peni circoncisi”.
Ciarrapico sembra assai meno talentuoso, in confronto.
L’antisemitismo è talmente crescente che è impossibile rendere conto di tutti gli episodi che si verificano ogni giorno. Dalle vignette iraniane che negano l’Olocausto, ai cori nazisti contro una squadra di calcio polacca a Rzeszów, dai centocinquanta artisti e intellettuali irlandesi che hanno deciso di boicottare Israele agli atti di vandalismo contro la memoria degli ebrei deportati nella città francese di Marmand. La lista sarebbe infinita, ma mi limito solo a questi fatti esemplificativi di un atteggiamento che non ha disntinzioni di status e nazionalità.
Non crede che ci sia un significativo collegamento tra il Ciarrapico di oggi che accusa Fini di essere un “ebreo traditore”, e il Ciarrapico di ieri che lo biasimava per aver passeggiato a Gerusalemme con la kippah?
È abbastanza evidente. Ma in quel caso Fini realizzò un gesto di grandezza storica assoluta, che in questi ultimi tempi diventa quanto mai prezioso. È importante vigilare contro l’intolleranza. Noi, ad esempio, giovedì prossimo daremo vita a una manifestazione al tempio di Adriano intitolata “Per la verità, per Israele”.
Ma perché Berlusconi non prende le distanze dalle dichiarazioni del suo eletto?
Sono certo che lo farà. Il premier ha verso gli ebrei posizioni limpidissime di affetto. L’ho constatato io stessa quando l’ho accompagnato negli Stati Uniti. Il presidente è lontano da ogni forma di razzismo.
Eppure quando il razzismo di certi esponenti leghisti si abbatte su terroni, suini romani e baluba clandestini, non pare troppo incline alla pubblica censura.
Le esagerazioni ci sono. Ma l’antisemitismo è un tipo di razzismo assolutamente peculiare, che non appartiene minimamente alla cultura leghista.
Uscite come quelle di Ciarrapico, però, alimentano abbondanti fiumi d’odio. Non crede che la differenza tra le infamie di Ciarrapico e le sortite padane, si limiti solo al tipo di destinatario?
Sui clandestini va fatto un discorso completamente divergente. La xenofobia va certamente respinta, ma in nome dell’accoglienza non si può certo autorizzare la criminalità indiscriminata o consentire usi e costumi contrari ai nostri ordinamenti, come la poligamia.
A proposito di poligamia. Questa maggioranza terrà?
<+txt_tondo>Adesso non ci sono risposte. Le cercheremo giorno per giorno testando il legame in Parlamento. La sensazione è che la via sia molto stretta, e c’è il timore di andare avanti sotto ricatto.

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