mercoledì 22 settembre 2010

«Questo Paese è di chi lo abita e non di chi lo governa». Niente paura, c'è Ligabue

Lui non ne ha mai avuta. E semmai l’ha affrontata sapendo coniugare il piacere di rischiare a una
straordinaria umiltà. Rocker di successo, milioni di copie vendute, fama intangibile, Luciano Ligabue non riesce mai a sedersi sugli allori. E se si adagia, è solo per occupare la poltroncina da regista, che in passato gli ha recato abbondanti soddisfazioni. E d’altronde, il titolo del suo nuovo film parla chiaro: Niente paura. Si chiama così la terza avventura cinematografica del poliedrico artista di Correggio, che con Radiofreccia ha lasciato in dote al cinema italiano un delizioso squarcio di provincia che avrà riconosciuti in pieno i suoi meriti solo tra qualche anno. Ma nella nuova opera, il Liga cede il passo alla regia di Piergiorgio Gay per indossare i panni di attore. Non la prima volta in assoluto. Perché già nella sua opera prima, era comparso in un convincente cameo nei panni di un dj dall’aria tumefatta. Da quanto trapelato, cioè pochissimo, il film documentario sarà distribuito dalla Bim e vedrà la partecipazione di numerose celebrities nostrane, da Margherita Hack a Fabio Volo, passando per Javier Zanetti, Umberto Veronesi, Beppino Englaro e Carlo Verdone. Certo è che il perno portante del film sarà però il grande Luciano, voce narrante che guiderà gli spettatori attraverso i grandi cambiamenti socio-culturali avvenuti dagli anni ’70 ad oggi. «Niente Paura (qui un assaggio) è un film sull’identità nazionale nell’epoca delle passioni spente. Questo Paese è di chi lo abita e non di chi lo governa». Beati i Paesi che non hanno bisogno di Ligabue.

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