martedì 28 settembre 2010

J Ax e Neffa, due facce da cuore che danno picche a quest'Italia malata

«Io e mio fratello c'eravamo tanto odiati, uno contro l'altro come soldati, per questo eravamo programmati, i capi non volevano che fossimo alleati, non volevano prendessimo i mercati». Che cosa possa aver spinto Neffa e J Ax, storici nemici che negli anni ’90 si contesero le montanti periferie del rap italiano insieme a Jovanotti, a incidere un disco insieme, è presto detto da loro medesimi ne La ballata dei picche. Esaltati dalla riconciliazione, i due si sono dati per l’occasione persino due monicker nuovi di zecca: il torinese è Jhonny di picche, mentre il lumbard è Willy, sempre dello stesso seme. Un’immedisimazione da fare un baffo a Stanislavskj, e un po’ di confusione nei fan, che magari hanno scambiato l’album per l’ennesima novità del solito gruppo di borgata romano in vena di botte e fischi alle femmine. E sarà l’effetto Carramba che sorpresa, sarà che i due ci piacciono un botto in senso puramente nietschziano al di là del bene e del male, e molto al di qua dell’età adulta, ma questo Due di picche regala al palato la sensazione di una piccola scheggia di tè ghiacciato, quando nelle fauci si insinua il solleone. Anche perché, dietro la riuscita alchimia artistica, non c’è il minimo sforzo né quelle ore in sala prove che tutti immaginano dietro la riuscita di un progetto. I due hanno semplicemente sommato le loro carte migliori, come fossero due pokeristi alleati al tavolo dell’Holdem. Non c’è trucco, non c’è inganno, ma si prendono la posta a mani basse. Da una parte le geometrie musicali di Neffa, scolpite a forza di soul e impasti lounge ricchi di suggestione, dall’altra le raffiche di rime di J Ax, tornato a un writing pieno di arguzie lessicali e deliziose fanfaronate da mejo fico der bigoncio. Pronti via, e i due mettono a segno la titletrack, e il primo knock down con Faccia da cuore, ironico pamphlet  che spiega quale sia l’organo più importante per sopravvivere nella Penisola (prendeteci in parola, non si intende il miocardio). E poi il potenziale tormentone dell’estate, Fare a meno di te, una canzoncina che con quell’arietta ossessiva alla Danette Danone non cesserà di tormentare le vostre sinapsi fino a settembre, persino mentre fate l’amore con la vostra donna. E c’è poi il fascino narrativo di I love you baby, dove Ax ritrova l’abilità del bozzetto compiuto, e la simpatica irriverenza di Anticristo. Nove tracce che non passeranno, sospese tra maliarda simpatia e rabbiosa contestazione. Chi cerca ironia un tanto al chilo, sa dove servirsi. Bene, bravi, bis.

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