giovedì 9 settembre 2010

Eurialo e Niso, i due asteroidi più sfigati della galassia


Siccome è invalsa l’abitudine di infiocchettare i parapiglia naturali in volgari nomignoli da odalisca, è l’ora delle pari opportunità. Nel più totale arbitrio, li chiameremo perciò Eurialo e Niso. Tanto più che dei due caratteristi virgiliani ereditano il gusto per le sortite notturne, il bisogno di tutelare la propria privacy nonostante la discreta inclinazione criminogena (fondamentale, in questo senso, l’intercessione della Santanchè) e una certa predisposizione alla corsa solitaria, ma anche in due. Votati al fallimento, come nella migliore tradizione del Nazareno, of course.

Diciamo la verità. I due asteroidi che stanotte, o forse la prossima, sfioreranno la Terra a una distanza estremamente ridotta, hanno dei nomi assai poco suggestivi, e tocca perciò inventarsi qualcosa. Il primo dei due, Eurialo, è noto alla scienza come 2010 RF12 e volerà a soli 77mila chilometri dalla Terra. Per noi, quanto basta per mandare all’altro mondo un’utilitaria e mezza vita di una suocera. Per lo spazio, con tutto il rispetto per la suocera, poco più di un’inezia. Stessa cosa dicasi – nome bigio e distanza a portata di Lambretta – per il secondo asteroide. Per gli astrofisici 2010 RX30, da noi già conosciuto come Niso: solo un po’ dietro Eurialo, in studiato surplace, a 231mila chilometri da casa nostra. Detto questo, sarebbe ora il momento di lanciare il grido d’allarme sulla Terra sotto assedio. E invece la troupe di Emmerich rimandi le riprese, perché la Nasa ci toglie ogni speranza di hollywooodiano impatto. «Diciamolo subito – spiegano gli esperti di Spaceweather – non ci sono pericoli di impatto con il nostro pianeta e non è in atto un particolare bombardamento di asteroidi contro la Terra. Si tratta solo di una pura coincidenza». E quindi la notizia è che resteremo ancora tutti qui, buoni e cattivi, ancora per un poco. E che purtroppo si andrà ad elezioni, tanto per cominciare. E magari continueremo a vivere, non degni di tutto questo, nei centocinquant’anni migliori della nostra storia. I due infidi, nel senso degli asteroidi, saranno per niente visibili a occhio nudo. Perciò quanti desiderano votarsi a coppie da avanspettacolo migliori, faranno bene a dotarsi di telescopio. Anche qui per problemi di statura. Per via delle ridotte dimensioni, e della velocità supersonica con cui si muovono, il tandem Eurialo e Niso potrà essere scovato solo da astrofili in possesso di notevole esperienza. I due corpi celesti non sono infatti inclusi nella blacklist dei Pha (Potentially Hazardous Asteroids, che nonostante l’immane sforzo di traduzione significa ciò che avete capito: “asteroidi potenzialmente pericolosi”). Per entrare nell’esclusivo database dei terroristi spaziali, e avere una taglia addosso, pure gli asteroidi devono rispondere a precisi requisiti: mole importante (un diametro superiore ai 100 m), e accertata contiguità con gli ambienti terrestri (non più di 7 milioni e mezzo di chilometri dal più vicino punto sciistico). In fondo anche loro, nascondono armi di distruzione di massa. Mica bazzecole.

E pure nella più fantasiosa delle ipotesi, da Orson Welles a Dick Cheney, non ci sarebbe nulla da temere. Seppure Eurialo e Niso decidessero di fare una capatina nell’orbita terrestre, andrebbero in mille pezzi, provocando  sulla Terra lo stesso tipo di sconquassi che scatenano nella storia della letteratura gli haiku di Sandro Bondi: impercettibili. Bastardi senza gloria, i due corridori di pietra? Non del tutto, perché niente passa invano e anche Eurialo e Niso saranno opportunamente catalogati, in maniera tale da rendere ancora più corposi gli studi per tentare di deviare il corso dei loro cloni cattivi. 
Non mette troppo di buon umore, ad esempio, l’appuntamento del primo ottobre. Non si tratta di voto anticipato, vivente l’ineffabile Porcellum, ma di un asteroide dal personalino invidiabile. Grande e grosso, con 2,1 km di diametro, passerà a soli 12 milioni di chilometri dall’angolo cottura più vicino. Una distanza che in chiave astronomica equivale a una pinzillacchera. Se il colosso di pietra avesse scelto di fare la nostra conoscenza, ci avrebbe portato in dono un cratere di oltre ventisei chilometri di diametro e una profondità di ottocento metri. Piccole cortesie tra ospiti. Ma se ancora pensate che tutto sommato, pistola alla tempia, preferireste il cavaliere premio Nobel o la Gelmini maestra d’asilo dei vostri figli, forse vi servirà sapere che gli asteroidi potenzialmente pericolosi sono ad oggi più dei codicilli ideati ogni giorno da Ghedini: 1144, pericolosi, ma per fortuna solo potenzialmente. 

Abbastanza, però, da convincere la Nasa, a pensare a una missione robotizzata capace di monitorarne buona parte e studiarne l’effettiva carica esplosiva. Accadrà attorno al 2014-2015, dicono, mentre nel 2019  sarà il turno di un uomo in carne ed ossa. Il primo a mettere piede su un asteroide. Per quella data, Eurialo e Niso, saranno belli che dimenticati. Passati invano, senza fare alcun danno. Dalle nostre parti meritano un pizzico di riconoscenza. (f.l.d)

Nessun commento:

Posta un commento