mercoledì 8 settembre 2010

«Dalla maggioranza nessun segnale dopo la morte di Vassallo: è ora che questo Governo se ne vada a casa»

Da Liberal 8 settembre 2010

Roma. «Il termometro della situazione morale del Paese è tutta nelle prime pagine dei nostri quotidiani. A poche ore dalla barbara uccisione del sindaco Vassallo, i giornali continuano a inseguire l’inconcludente teatrino di finiani e berluscones. È la vicenda di un uomo coraggioso come il primo cittadino di Pollica, che deve essere raccontata ai giovani. Come si può pretendere di ridestare le coscienze se le si ottunde con le insopportabili fumisterie di una politica assente? La morte di Vassallo, passata inosservata a una classe dirigente troppo impegnata in ridicole baruffe chiazzotte, è il segnale di rottura definitivo: occorre subito un governo di unità nazionale. Abbiamo toccato l’apice della vergogna, ed è tempo che la politica torni a fare il suo mestiere per salvare il Paese dal collasso civile». È un Antonio Ghirelli assai sconfortato, quello che raggiungiamo al telefono nell’intento di raccogliere i cocci di un’Italia sempre più abbandonata a se stessa. Decano dei giornalisti italiani, napoletano doc,  l’ex portavoce di Sandro Pertini è amreggiato, ma non ancora rassegnato allo sfacelo.
Ghirelli. Lo chiediamo a lei che ne ha viste tante: è davvero possibile il Risorgimento del meridione?
È ancora possibile, ma non a queste condizioni. Serve una rivoluzione morale a partire dal basso, che possa avere il sostegno della politica. Mai come oggi servirebbe in Campania la forte presenza dello Stato. E invece, questo governo sembra del tutto indifferente alla parabola di un uomo come Vassallo, che è stato assassinato per la sola colpa di aver difeso la bellezza della sua terra da mani turpi. In altri tempi si sarebbero mobilitati i giovani, e la politica avrebbe immediatamente adunato le sue forze contro una morte insopportabile. E invece, si fanno raffinate esegesi e stupidi conciliaboli, ipotesi e conte senza senso: sulle prime pagine campeggia Mirabello, e intanto Roma tace lasciando campo aperto alla camorra.
E di certo, la totale assenza di politiche giovanili e misure contro la disoccupazione, non strapperà troppe braccia alla manovalanza criminale.
Altro punto non più soffribile della questione. Giovani e disoccupati sono stati abbandonati, la scuola disastrata, la formazione e l’università falcidiate. Ma come si spera di riportare i giovani a valori morali sani, di avvicinarli alla speranza di un futuro dignitoso? Una politica assente fa il gioco del crimine organizzato, che punta tutto sull’egemonia incontrastata della propria cultura assassina.
Tutti progetti a lungo termine, che non sembrano far parte dell’ordine del giorno.
I più volenterosi devono stringersi in un patto per salvare questo Paese dalla deriva. Non è più possibile accettare che il primo punto dell’agenda politica italiana sia l’odio quotidiano, il veleno e il chiacchericcio. È il momento di mettere in campo delle idee vere, e persino dei sogni di un’Italia nuova. La verità è che siamo all’autunno di una stagione politica, e serve del nuovo carburante per rimettere in moto la macchina. Non farlo, significa regalare in modo definitivo l’intero Mezzogiorno a coloro che davvero presidiano il territorio. Alle loro regole, e con i loro mezzi.
C’è un’altra cosa indigesta, dietro la morte di Vassallo. Perché abbiamo dovuto conoscere la sua storia soltanto nel momento in cui il sindaco è morto?
Ciò fa parte della terribile apatia in cui è sprofondata la stampa al guinzaglio della politica. È ormai considerato fisiologico, che i pochi individui ribelli alle regole della criminalità organizzata, debbano scontrarsi ogni giorno con un sistema di potere abusivo che ne sovrasta i poteri e li costringe a una battaglia morale quotidiana.
Da dove ripartire, in attesa che si stacchi il sondino a questa classe politica moribonda?
Trovo necessarie due mosse, tra loro intimamente collegate. L’alleanza politica tra volenterosi, tra chi sente prepotente l’esigenza di risollevare questo Paese, dev’essere ispirata a un grande ritorno della Chiesa sulla scena civile. Sono già alcuni mesi, come nel caso degli Scola e dei Tettamanzi, che la comunità cristiana avverte il bisogno di riprendere in mano il bandolo della matassa. E dalla Chiesa, può ripartire la mobilitazione delle coscienze, e il ritorno di una massa critica decisiva nell’agone politico.
Crede che l’esempio di Vassallo riuscirà a scuotere qualcuno, o tutto finirà nel dimenticatoio come al solito?
Molta gente amava il sindaco di Pollica, perché era stato capace di risvegliare nei cittadini l’amore per la propria terra sopito da tempo. E nell’indifferenza, nell’avidità individualistica e distruttiva che fiorisce la malapianta della camorra. Ma esempi di limpidezza morale e impegno civile come quello di Vassallo, seppur in questo deserto dello Stato, non resteranno senza seguito. (f.l.d)

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