mercoledì 5 maggio 2010

La casa di Scajola e la truffa di Ciarrapico: quando il Pdl sfida la logica del rasoio di Occam

Roma. Giuseppe Ciarrapico indagato dalla Procura di Roma per truffa aggravata ai danni dello Stato insieme ad altre sei persone. Tra queste il figlio Tullio. Secondo l’ ipotesi investigativa, il senatore del Pdl avrebbe incassato indebitamente contributi destinati all’editoria per importi complessivi pari a circa venti milioni di euro dal 2002 al 2007. 

Quasi in contemporanea con le dimissioni di Scajola, le notizie a carico dell’ex re delle acque minerali hanno trasformato la giornata degli azzurri in una specie di rappresaglia contro il rasoio di Occam. Il primo atto va in scena a mezzogiorno. L’ex ministro arriva tesissimo in conferenza stampa, si dice vittima di un machiavellico benefattore che gli avrebbe proditoriamente regalato 900mila euro pur di attirarlo in una gabbia dorata con vista Colosseo, e se ne va indignato. Probabilmente a casa. Inevitabile pensare che nel mirino dell’ex ministro, sfuggito ai microfoni dei giornalisti, ci sia il frate francescano che nel 1300 inventò il rozzo metodo di Occam. Forse perché lui, Guglielmo, avrebbe spiegato il generoso “buono casa” di Scajola con un più prudente principio: «È inutile fare con più ciò che si può fare con meno». Il secondo atto della rappresaglia azzurra contro il metodo Occam arriva nel pomeriggio, quando piazzale Clodio fa sapere che la Guardia di finanza ha posto sotto sequestro beni per circa 20 milioni di euro tra immobili, quote societarie ed una imbarcazione di lusso facenti capo a Giuseppe Ciarrapico. Un sequestro preventivo, quello eseguito tra Roma, Milano e Gaeta dal Nucleo speciale di Polizia valutaria su disposizione del pm romano Simona Marazza, resosi necessario per «gravi fatti di fraudolente percezioni di contributi all’editoria per importi complessivi pari a circa 20 milioni di euro dal 2002 al 2007. Ma anche – attenzione – «per analoghi tentativi susseguitisi fino all’anno in corso, in danno dello Stato - presidenza del Consiglio dei ministri - dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, da parte delle società editrici Nuova Editoriale Oggi Srl ed Editoriale Ciociaria Oggi Srl». Ci si potrebbe aspettare una letale presa di posizione contro la magistratura eversiva. E il senatore del Pdl, Giuseppe Ciarrapico, non si sogna neppure di cambiare una virgola al tradizionale format azzurro: «Un avviso di garanzia non invecchia mai e può far sempre comodo se si tratta di un senatore del Popolo della liberta», commenta nel pomeriggio. A scorrere il casellario giudiziario di Ciarrapico, la tentazione di dargli ragione è fortissima. Si parte dal 1974, con una multa di 623.500 lire che il pretore di Cassino gli infligge per aver violato per quattro volte la legge che tutela “il lavoro dei fanciulli e degli adolescenti”. Arrestato nel 1993 per lo scandalo Safim Leasing-Italsanità (per vari miliardi di lire avuti dalla Safim Factor scontando titoli di credito inesistenti dopo aver affittato suoi immobili a Italsanità). Nel 1995 viene condannato con rito abbreviato per falso in bilancio delle Terme Bognanco. Nel 1998 viene condannato in Cassazione a 4 anni e 6 mesi per la bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano. Altra condanna definitiva nel 1999, tre anni per il crac da 70 miliardi della società che controllava la “Casina Valadier”, celebre ristorante liberty romano. Prescrizione nel ’99 (reato depenalizzato) per emissione di assegni a vuoto. E prescrizione nel 2000 per la condanna in primo grado a causa della violazione della legge sulle assunzioni obbligatorie di invalidi. Nel 2002 il Tribunale di Roma lo condanna a 1 anno e 8 mesi per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni: circa cinquanta pazienti erano stati sottoposti a veri salassi da 3-400 mila lire ciascuno. Del marzo 2010 è invece il rinvio a giudizio per “stalking a mezzo stampa”: tramite il suo quotidiano Nuovo Molise Oggi, il senatore-editore avrebbe condotto una campagna diffamatoria giornaliera, prevalentemente a sfondo sessuale, contro la giornalista Manuela Petescia, direttrice dell’emittente Telemolise e moglie di un altro senatore del Pdl, Ulisse Di Giacomo. Un congegno denigratorio tale, che Ciarrapico si è conquistato un posto d’onore tra gli accademici di Cambridge. Il reato configurato era talmente innovativo, che il pool di studiosi britannici ha voluto studiarlo.

E siamo di nuovo a bomba. La procura di Roma contesta a Ciarrapico il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Ciarrapico contesta alla procura di Roma di essere un senatore del Pdl. Un’indagine vecchia, dice lui. Un’indagine «per analoghi tentativi susseguitisi fino all’anno in corso», dice la Procura. La giustizia farà il suo corso, certo. Ma intanto bisogna accontentarsi di quel maledetto frate Guglielmo e di quel suo rozzo rasoio: «A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire». (f.l.d)


Da Liberal 5 maggio 2010

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