mercoledì 22 aprile 2009

«E no Berlusconi. Dopo il terremoto in Abruzzo, scoprire perché molte case sono crollate non è una perdita di tempo, ma un diritto dei cittadini»


Roma. Che certi denti dolgano, in Italia non è piacevole per nessuno. E specie quelli che traballano, bisogna affidarli alle cure di un esperto, prima che la carie lasci tutti a bocca aperta. Sembra che i peggiori di tutti siano quelli del giudizio, a voler colorire di metafore le parole del presidente dell’Anm, Luca Palamara, dopo la recente sortita del premier Silvio Berlusconi sulla ricostruzione in Abruzzo.

Dopo il terremoto urge ricostruire, dice il Governo. L’inchiesta nasce nel momento sbagliato?

Assolutamente no. Tutto nasce dal bisogno di risposte dei cittadini che hanno perduto familiari, beni e tante altre cose che è impossibile quantificare. Il lavoro degli inquirenti, dei periti e dei consulenti è in una fase di accertamento delle responsabilità, e anche se non posso entrare nel merito dell’inchiesta del procuratore Rossini, una cosa mi sembra abbastanza evidente: l’indagine si svolge su fatti già accaduti e non ostacola in nessun modo il lavoro di ricostruzione. Ridare una casa a chi non ce l’ha più è doveroso. Tanto quanto cercare di capire perché chi l’abitava l’ha perduta.

I crolli hanno coinvolto edifici pubblici e privati. Ci spiega in parole povere come funziona l’indagine ?

Nella fase istruttoria in corso in Abruzzo, guardia di finanza, polizia e carabinieri stanno raccogliendo testimonianze e denunce, mentre periti e consulenti si stanno occupando di valutare i danni alle abitazioni e di riscontrare eventuali irregolarità costruttive. Nei casi in cui emerge qualche violazione del Dpr sull’edilizia si formulano le ipotesi di reato. Che può essere colposo, oppure doloso, se è intervenuta la furbizia.

Il “pilastro senza ferro” di cui ha parlato il procuratore Rossini. Ne mancava molto in quelli delle case che sono crollate?

È ancora presto per dirlo, perché le verifiche sono in essere e non si può azzardare al momento nessuna previsione sui tempi necessari. L’unica cosa certa è che il lavoro dei magistrati si concentra su ciò che è successo, non ha ripercussioni sul presente, e anzi può dare all’Aquila un futuro migliore.

I cittadini abruzzesi presentano esposti a raffica, in questi giorni.

È un loro diritto e mi pare che nonostante la grave emergenza si stia facendo un ottimo lavoro. Così come è nostro dovere prendere in consegna le testimonianze, accertare le responsabilità, e chiederne conto a chi di dovere.

Manager, costruttori e amministratori vengono ascoltati come persone informate dei fatti ma non è detto che lo restino, ha spiegato Rossini. Indizio che c’è qualcosa di marcio?

Posso dire che la storia d’Italia non depone certo a favore, in casi come quello abruzzese. Di sicuro verifiche e ipotesi saranno formulate nel massimo rigore e con l’obiettività dovuta. E solo sulla base dei fatti accertati, ovviamente.

Che succede al cittadino che ha perso la casa per motivi dolosi?

Se il proprietario di una casa distrutta si costituisce parte civile perché ha subito danno a causa di un appalto irregolare, ad esempio, ha diritto ad essere risarcito.

E questo tempo tecnico, in qualche modo, può rallentare in parte la ricostruzione.

L’inchiesta deve accertare le responsabilità in relazione ai disastri conseguenti al terremoto. È fatta a partire dal volere dei cittadini, e non certo contro di loro. All’Aquila c’è moltissimo da fare, e ricostruzione e indagini possono procedere in parallelo al servizio di tutti.

Per tornare alla metafora dei dentisti, la lingua batte dove il dente duole?

Sulle polemiche con il presidente del Consiglio non voglio tornare, perché penso che al riguardo non potevo essere più chiaro. L’unica cosa importante, e che fa risparmiare tempo a tutti, é lavorare al meglio, e possibilmente in sintonia. Dopo la catastrofe, è il minimo che dobbiamo alla gente d’Abruzzo.

Da Liberal 22 aprile 2009

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