giovedì 8 dicembre 2011

Il padre del precariato Tiziano Treu: "Questo non è il lavoro flessibile che avevo ideato, ora bisogna porre fine ai contratti a tempo"


ll giuslavorista del Pd: «Ammortizzatori sociali e salario minimo garantito contro le disparità» «Vi propongo la mia road map per un mercato flessibile e sicuro». Tiziano Treu commenta la temuta stretta sui licenziamenti: «I bonus per le assunzioni sono un buon inizio, ma la strada è lunga» 
ROMA. Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero unitario di tre ore contro la manovra per lunedì 12 dicembre. La riforma, spiegano le sigle sindacali, «non risponde ai criteri di equità e crescita che, insieme al rigore, sono stati enunciati dallo stesso presidente del Consiglio. A pagare sono sempre gli stessi, lavoratori, pensionati e ceti medi. Mancano invece misure tese a far pagare chi non ha mai pagato e chi ha di più». In commissione si è aperto qualche spiraglio intorno alla proposta di spostare la mancata indicizzazione delle pensioni agli assegni superiori tre volte quelli minimi. «Una riforma dura, ma assolutamente indispensabile per potere uscire in tempi certi dall'incubo del debito, e cominciare a disegnare per i giovani un futuro più certo», commenta il senatore del Pd, Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro che nel `97 diede veste giuridica al lavoro flessibile.
Professore, i sindacati sono sul piede di guerra e fanno notare che il carico pende dalla parte dell`impiego, e quasi per nulla da quella degli evasori. Come potrà il Pd conciliare le differenze di vedute sull`argomento riforma del mercato del lavoro?
All`indomani di provvedimenti molto onerosi nei confronti di lavoratori e pensionati i risparmi realizzati con la riforma vanno dirottati sul welfare per tutelare il lavoro e incentivare finalmente l`occupazione. I bonus introdotti mi sembrano un primo passo in questa direzione:scoraggiare le assunzioni a progetto.
Una domanda serbata per anni. È soddisfatto di come è stato interpretato il pacchetto Treu in Italia? Il Censis dice che negli ultimi 4 anni, e cioè durante la crisi, hanno perso il lavoro un mi- di Francesco Lo Dico Lione di precari. E' questa la flexsecurity? 
Quello ideato quindici anni fa era un progetto di flexsecurity che prevedeva tutele precise. Si è approfittato però della flessibilità senza badare alla security. Oggi è il momento di riprendere un percorso interrotto, in grado di fornire precise garanzie intorno al lavoro flessibile. E visto come è stato interpretato qui da noi, anche di scoraggiarlo, di renderlo poco conveniente. Non sarebbe accaduto, tutto questo, se avessimo fatto davvero flexsecurity quindici anni fa.
Ma dare garanzie maggiori ai precari, vuol dire toglierne agli stabili? E cioé abolire l'articolo 18? 
Prima di qualunque riflessione sul merito, è necessario procedere con riforme concrete. Concretizziamole.
Incentivare le assunzioni a tempo indeterminato, come sembra si voglia fare dall'introduzione dei bonus. E poi far costare di più il lavoro precario. Introdurre inoltre ammortizzatori sociali congrui per tutti i lavoratori che non ce li hanno e senza le disparità esistenti a oggi. E ancora, piuttosto che un reddito minimo, un salario minimo per chi viene assunto: bisogna rimediare a compensi che sono terribilmente esigui, e affidati troppo spesso alla discrezionalità dei datori di lavoro.
Le statistiche dicono che è l`enorme convenienza del contratto precario, la vera ragione della sua esplosione. Che cosa c`entra la sua abolizione con la maggiore facilità di assumere a tempo indeterminato? 
Non c`è nessuna correlazione. Non soltanto perché la cosa è evidente a lei o ad altri, ma perché si tratta di un fatto argomentato dai numeri dell'Ocse.
Perché abolirlo quindi? 
Bisognerebbe interrogarsi sulll`opportunità di abolirlo, soltanto alla fine di quel percorso di garanzie di cui si accennava.Concesse garanzie a tutti, resterebbe in piedi un dualismo: una categoria di lavoratori che godrebbe della possibilità di reintegra e una che non ce l`avrebbe.
Alternative? 
Modificare le regole del licenziamento, anziché smantellarle, sul modello delle leggi vigenti in Germania. Se anche in Italia ci fosse una rete di protezione universale, di reddito e servizi per tutti quelli che perdono il lavoro, la messa in discussione dell`articolo 18 non sarebbe così osteggiata.
Professore, all`interno del Pd molti fanno notare che è il momento di porre fine all`apartheid tra lavoratori garantiti e non. Maggiori garanzie ai precari o più precarietà ai garantiti? 
Non mi piace il concetto di apartheid, né la formula dicotomica dell`aut-aut. Parlerei piuttosto di dualismi, che non si esauriscono in questa formuletta semplificata: nord e sud, laureati e non, imprese sopra o sotto i 15 dipendenti, ad esempio. E ancora, scarsamente formati e malamente formati, e lavoratori non formati per nulla.
Ed è il contratto unico di Ichino, con il licenziamento possibile per vent'anni, la soluzione dei dualismi? 
Chiamarlo contratto unico non è il concetto giusto. I contratti flessibili continuerebbero a esistere per particolari categorie come gli stagionali.
La proposta di Ichino prevede l`abolizione dell`articolo 18, in un quadro di garanzie progressive che consolidano man mano la posizione di un lavora- tore a tempo indeterminato. È questa la rotta che seguirà il governo Monti?
Il presidente del Consiglio sa che non è soltanto una questione giuridica. L'austerità è il primo passo verso la crescita. E crescita vuol dire futuro per i giovani. Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

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