mercoledì 6 aprile 2011

Sonia Alfano racconta la storia segreta dell'omicidio di papà Beppe: ancora una volta strani collegamenti con le stragi di Capaci e via D'Amelio

Esce oggi in libreria La zona d’ombra (Rizzoli, 270 pagg. 18 euro), memoriale di Sonia Alfano che racconta inediti retroscena di quell'8 gennaio 1993 che vide l'assassinio di suo padre Beppe per vile mano mafiosa. «Si tratta di un omaggio a mio padre, cronista di provincia assassinato perché sapeva e scriveva troppo. Un racconto dettagliato della nostra vita insieme, ma soprattutto del contesto del suo assassinio, dei suoi retroscena e dei depistaggi praticati da apparati deviati e dai servizi segreti per garantire l’impunità del terzo livello del sistema mafioso barcellonese», spiega l'europarlamentare che il 10 aprile presenterà il libro a Palermo presso il Kursaal Kalhesa. Un importante scritto di denuncia, improntato al coraggio civile, quello di Sonia, che in seguito al brutale assassinio di papà Beppe rinunciò agli studi in giurisprudenza promettendo a se stessa di fare luce sui veri mandanti dell'omicidio. E sono ormai diciotto anni, che la giovane insegue con tenacia delle risposte, a quanto sembra parecchio scomode per tutti. Da quanto emerso fino a oggi, dietro l'omicidio di Beppe Alfano si cela un vischioso intreccio di indagini sul traffico internazionale di uranio, sulle truffe contro l'Unione europea e non mancano, come ormai da triste copione nel nostro Paese, elementi di dubbio che collegano la vicenda all'inchiesta sulle stragi di Capaci e via D'Amelio. Su pressione di Sonia, che molto ha scoperto in questi anni in cui ha cercato giustizia, nel 2003 la procura di Messina ha deciso di riaprire le indagini, a oggi in corso. In questo memoriale la donna racconta di strani depistaggi e di un sempre più ingombrante coinvolgimento dei servizi segreti. E come già accaduto troppe volte, la giovane si è imbattuta contro il Muro di Gomma: insabbiamenti, minacce, “amichevoli" inviti a lasciar perdere. Un libro che fa luce su una vicenda scottante. Forse un'altra tessera del puzzle di quelle stragi del '92, che in molti hanno fatto il possibile per tenere lontano dai nostri occhi. Affinché non si scoprisse quella più generale visione d'insieme, che è costata cara a chi l'ha scoperta.
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