domenica 25 gennaio 2009

"La mia vita è stata una corsa". La docu fiction su Craxi che piace tanto a Berlusca


Statista combattivo, protagonista di una stagione politica seppellita da Tangentopoli, icona celebrata e rimossa dei sancta sanctorum della partitocrazia odierna. A nove anni dalla sua scomparsa, mentre continua a far discutere in absentia, Bettino Craxi riprende la parola in un documentario di Paolo Pizzolante. Prodotto dalla Fondazione Craxi, La mia vita è stata una corsa ha per molti il torto di non approfondire le vicende giudiziarie nelle quali fu coinvolto il leader socialista, e il pregio di restituire all’immaginario, specie a quello dei giovani, la ruvidezza polemica e la preveggenza di Craxi su molti temi che ancora oggi scuotono l’Italia: il malaffare come costume politico condiviso, i missili delle superpotenze, gli eccessi di un mercato belluino che affama le categorie più deboli. Accompagnato dalle testimonianze di Felipe Gonzaléz, Mario Soares e altri esponenti del Garofano, il documento si sofferma anche sull’invasione sovietica dell’Ungheria. Un fatto che, per Bettino Craxi, segnò nel 1956 la definitiva svolta anticomunista. Ben montato e dotato di brio narrativo, La mia vita è stata una corsa riannoda le fila di un passato che ancora oggi, potato o taglieggiato, è molto più complesso di questo presente frenetico e liquidatorio.

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